Da oggi 17 dicembre, la c.d. normativa “Whistle Blowing” ha effetto anche su PMI con 50 dipendenti (e anche meno qualora si trovino in specifici settori).
Quindi il decreto legislativo 24 del 10 marzo 2023 ha punti di contatto non solo con la 231, ma anche con la normativa privacy,in quanto determina almeno un ulteriore trattamento di dati personali e una infrastruttura IT quale “canale di segnalazione interno”.
Si presti attenzione al fatto che è necessario tutelare la riservatezza dei soggetti coinvolti nella segnalazione, sia il segnalante che i segnalati; inoltre occorre proteggere anche tutti gli elementi della segnalazione, dai quali si possa ricavare, anche indirettamente, l’identificazione del segnalante (come per esempio il suo indirizzo IP o altri dettagli tecnici ed informatici).
Estraiamo da una dichiarazione del Dr. Busia, precedente segretario della Autorità Garante Privacy, ed adesso presidente di ANAC:
“La tutela del whistleblower è un diritto fondamentale, riconosciuto a livello internazionale, estensione del diritto di libertà di espressione. Preservare i whistleblower da comportamenti ritorsivi è l’imperativo dell’Autorità. Chi responsabilmente denuncia qualche irregolarità sa di poter trovare tutela, senza temere le ritorsioni dei suoi superiori”.
Esortiamo a non adottare soluzioni improvvisate (o illegali) e siamo a disposizione delle organizzazioni che debbono attuare la normativa nei propri ambiti; ulteriori approfondimenti a questa pagina nel sito del nostro TEAM.