Lo scandalo colossale relativo alla raccolta illegale di dati personali ad opera di Cambridge Analytica è emblematico di come sia necessaria una regolamentazione globale per proteggere i dati personali da violazioni ed abusi, specialmente ad opera dei BIG-DATA; il GDPR è un primo passo.
Le persone forniscono ai social informazioni personali, gusti, preferenze, frequentazioni, amicizie, orientamenti sessuali, politici, stati di salute … in pratica la loro intera esistenza, a titolo gratuito. Accettano tutti i disclaimer senza leggere. Vengono profilati con algoritmi da “Grande Fratello” al limite della legalità, anche quando sono collegati con account diversi. 270mila americani hanno scaricato una app (thisisyourdigitallife) e per 1 misero dollaro hanno esposto tutto l’albero dei loro contatti alla acquisizione illegale.
Oggi i social network assomigliano ad un immenso campo di battaglia, dove le persone sono i bersagli e talvolta anche i soldati, forzati tramite campagne pubblicitarie personalizzate verso lo schieramento giusto.
Oggi i vari Governi Nazionali ed i relativi Garanti Privacy si stracciano le vesti; vediamo se tra qualche mese lo scandalo sara finito in una bolla di sapone; qualcuno dice che dopo il 25 maggio cambierà qualcosa; dovremmo sperarlo, per tutti noi ma sopratutto per i nostri figli. Nel frattempo, #deletefacebook.
P.S. ritengo che quanto emerso sino ad oggi, relativo al datagate Cambridge Analytica, sia solo la parte visibile dell’iceberg.