Safari vs Chrome: quale scegliere per la privacy

Sugli iPhone la scelta del browser sembra scontata: Safari è già installato e perfettamente integrato. Eppure molti utenti scaricano Chrome, abituati a usarlo sul loro PC o smartphone Android.

La vera domanda è: quanto cambia davvero l’esperienza – soprattutto sul piano della tutela della privacy utente?

Apple ha recentemente lanciato un confronto diretto: Passa a Safari per proteggere la tua privacy. Una mossa aggressiva contro Google, che merita un serio approfondimento anche da parte nostra.

Safari e Chrome: uguali o diversi?

C’è un dettaglio che non tutti conoscono: su iOS, tutti i browser usano il motore WebKit di Apple

Semplificando, il motore di rendering (WebKit, nel caso di iOS) è la parte “invisibile” del browser che si occupa di trasformare il codice di una pagina (HTML, CSS, JavaScript) in ciò che vediamo sullo schermo.

Questo significa che, quando apriamo un sito su Safari o su Chrome in iOS, la pagina viene “disegnata” nello stesso modo, perché sotto c’è lo stesso motore di rendering.

Le differenze quindi non stanno tanto in come la pagina viene visualizzata, ma in cosa fa il browser intorno a quella pagina web: gestione della privacy, sincronizzazione dei dati, blocco dei tracker, supporto alle estensioni, interfaccia utente.

Ecco perché Safari e Chrome su iPhone sembrano simili nelle basi, ma si distinguono nei dettagli che contano davvero per la privacy dell’utente.

Cosa dice Apple

Sulla pagina dedicata al confronto, Apple mostra una tabella comparativa: Safari tutto barrato di verde, Chrome pieno di “no”.

Ecco alcuni punti chiave che Apple rivendica:

  • Blocco dei cookie di terze parti di default
  • Rimozione dei tracker dagli URL (in modalità privata)
  • Mascheramento dell’indirizzo IP dai tracker noti
  • Machine learning anti-tracking
  • Limitazioni severe alle estensioni (che non possono spiare la navigazione)
  • Difesa dal fingerprinting (i dispositivi appaiono più simili per confondere i tracker)

In più, Safari mostra agli utenti un Privacy Report per rendere visibili i tracker bloccati e supporta le Passkeys, alternativa sicura alle password.

Tra marketing e realtà

Chiariamolo: Apple non mente, ma semplifica.

  • Safari offre davvero più tutele di default, senza che l’utente debba smanettare nelle impostazioni.
  • Chrome invece resta più permissivo, anche per compatibilità e per la filosofia più “aperta” di Google.
  • Però nessun browser è infallibile: il tracking evolve continuamente e nessuna protezione è totale.

Quindi, quale scegliere?

Se la tua privacy è la priorità, su iOS noi consigliamo Safari: è integrato, protetto di default e non devi fare nulla per attivare le difese.

Un’opzione in più: Firefox Focus

Per coloro che desiderano qualcosa di più “radicale”, possono adottare alternative pensate apposta per l’utente attento alla riservatezza. Firefox Focus è una di queste alternative, un browser da tempo sviluppato da Mozilla con l’obiettivo di offrire navigazione essenziale e protetta.

Cosa offre Firefox Focus su iOS

Ecco i punti salienti che lo rendono molto interessante:

  • Blocchi di tracker e pubblicità di default: Focus blocca automaticamente molti tracker (sociali, analitici, pubblicitari) sin dall’avvio. support.mozilla.org+1
  • Cancellazione immediata della sessione: con un tap sull’icona “cestino”, elimina cronologia, cookie e dati della sessione corrente. Apple+1
  • Design minimale, niente schede o elementi superflui: non offre funzionalità avanzate come tab multiple, bookmark complessi, estensioni—il focus è sulla semplicità e pulizia.
  • Integrazione con Safari (come content blocker): Focus può essere usato come estensione di blocco contenuti anche dentro Safari, permettendo di sfruttarne le difese anche quando navighi con Safari vero e proprio.
  • Velocità migliorata: bloccando elementi superflui, le pagine spesso caricano più velocemente e consumano meno dati.

Conclusione

La scelta del browser su iOS non è solo questione di abitudine, ma di filosofia.

  • Safari gioca in casa: integrato nel sistema, pensato da Apple per blindare la privacy e ridurre al minimo il tracciamento.
  • Chrome offre continuità per chi vive nell’ecosistema Google, ma resta più “aperto” sul fronte dei dati e inevitabilmente paga il prezzo dell’immagine di Google come colosso pubblicitario.
  • Firefox Focus rappresenta una terza via: essenziale, aggressivo contro i tracker, perfetto per chi vuole navigare veloce e pulito, anche a costo di sacrificare qualche comodità.